
Vi sognereste mai di lavare qualsiasi oggetto o indumento con un liquido che non sia l’acqua?
Probabilmente no: l’acqua, infatti, è il solvente universale più potente e trasversale che c’è, ideale per purificare ed eliminare scorie e “sporco” da ogni superficie o materiale.
Una funzione che coinvolge anche il corpo: l’acqua che beviamo, infatti, oltre a produrre energia idroelettrica, favorisce l’eliminazione dei rifiuti e delle tossine accumulate dall’organismo.
Per questo è fondamentale che l’acqua sia quanto più pura e dinamica possibile.
La migliore? Quella alcalina, ovvero con un pH piuttosto elevato.
Un’acqua che consente anche di combattere i radicali liberi e di rallentare il naturale processo d’invecchiamento: un processo che inizia quando i bicarbonati nel sangue iniziano a calare ed il corpo, di conseguenza, fatica a neutralizzare gli acidi che rischiano di accumularsi come colesterolo, grasso o calcoli renali.
Dove trovare acqua potabile alcalina?
L’acqua potabile alcalina esiste in natura: la si trova direttamente alle sorgenti di montagna, dove sgorga libera e purissima.
Ma si può anche ricreare “artificialmente” in modo semplice ed economico.
Come?
Con un concentrato alcalinizzante, acquistabile in farmacia, che consente di elevare il pH dell’acqua potabile, portandolo al livello desiderato. Bastano poche gocce (solitamente 3 gocce per bicchiere d’acqua, ma questa dose può variare da prodotto a prodotto) per generare acqua alcalina con zinco e aiutare il corpo ad assimilare meglio i bicarbonati.
L’acqua alcalina, quindi, supporta il ringiovanimento cellulare, favorisce l’idratazione e aiuta l’eliminazione delle scorie.
Per saperne di più chiedi al tuo medico o al tuo farmacista: sapranno spiegarti nel dettaglio le regole alla base di questo fenomeno e consigliarti la migliore strada per il benessere.
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Celiachia: i 3 sintomi da non sottovalutare
03 Aprile 2018
Secondo il Ministero della Salute la celiachia è in aumento: si parla di oltre 15 mila nuovi casi diagnosticati ogni anno, per un totale di quasi 200.000 italiani affetti da questa patologia.
E tanto altro, sempre secondo le indagini ministeriali, è ancora sommerso: sarebbero quasi mezzo milione, infatti, i connazionali che, inconsapevolmente, sono intolleranti al glutine e non lo sanno.
Ma quali sono i campanelli d’allarme che possono farci sospettare la presenza di celiachia?
Eccone 3 da non sottovalutare.
- Attenzione al gonfiore addominale
Il primo sintomo di questa patologia è proprio il ventre gonfio e dolorante: il glutine introdotto all’interno dell’organismo di un celiaco è tossico e danneggia i rivestimenti dell’intestino. Se compaiono sempre più frequenti anche i casi di diarrea, poi, il rischio di celiachia potrebbe essere concreto.
- Siete dimagriti?
Il calo di peso potrebbe essere un segnale di celiachia: la reazione avversa dell’organismo al glutine, infatti, impedisce al corpo di assorbire molti dei principali nutrienti provenienti dal cibo, causando dimagrimento e iponutrizione.
- Sempre stanchi?
Se vi sentite spesso spossati e senza energia, potrebbe trattarsi di intolleranza al glutine: la debolezza costante, infatti, è un sintomo da non sottovalutare. Colpa dell’infiammazione continua, dello scarso nutrimento e della fatica dell’intero organismo, provato dallo stress psicofisico della condizione allergica permanente.
Se hai dubbi o vuoi saperne di più, parlane con il tuo medico e monitora attivamente il tuo stato di salute: in farmacia trovi dei comodi test di autodiagnosi per verificare, in modo semplice e veloce, se sei intollerante al glutine.
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Acqua alcalina: perché fa bene alla salute
27 Marzo 2018
Vi sognereste mai di lavare qualsiasi oggetto o indumento con un liquido che non sia l’acqua?
Probabilmente no: l’acqua, infatti, è il solvente universale più potente e trasversale che c’è, ideale per purificare ed eliminare scorie e “sporco” da ogni superficie o materiale.
Una funzione che coinvolge anche il corpo: l’acqua che beviamo, infatti, oltre a produrre energia idroelettrica, favorisce l’eliminazione dei rifiuti e delle tossine accumulate dall’organismo.
Per questo è fondamentale che l’acqua sia quanto più pura e dinamica possibile.
La migliore? Quella alcalina, ovvero con un pH piuttosto elevato.
Un’acqua che consente anche di combattere i radicali liberi e di rallentare il naturale processo d’invecchiamento: un processo che inizia quando i bicarbonati nel sangue iniziano a calare ed il corpo, di conseguenza, fatica a neutralizzare gli acidi che rischiano di accumularsi come colesterolo, grasso o calcoli renali.
Dove trovare acqua potabile alcalina?
L’acqua potabile alcalina esiste in natura: la si trova direttamente alle sorgenti di montagna, dove sgorga libera e purissima.
Ma si può anche ricreare “artificialmente” in modo semplice ed economico.
Come?
Con un concentrato alcalinizzante, acquistabile in farmacia, che consente di elevare il pH dell’acqua potabile, portandolo al livello desiderato. Bastano poche gocce (solitamente 3 gocce per bicchiere d’acqua, ma questa dose può variare da prodotto a prodotto) per generare acqua alcalina con zinco e aiutare il corpo ad assimilare meglio i bicarbonati.
L’acqua alcalina, quindi, supporta il ringiovanimento cellulare, favorisce l’idratazione e aiuta l’eliminazione delle scorie.
Per saperne di più chiedi al tuo medico o al tuo farmacista: sapranno spiegarti nel dettaglio le regole alla base di questo fenomeno e consigliarti la migliore strada per il benessere.
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Perché viene il singhiozzo e come risolverlo
20 Marzo 2018
Alzi la mano chi non ha mai avuto il singhiozzo: lo strano sintomo che si manifesta con il classico sobbalzo del torace può avere cause davvero differenti.
Tra le più comuni quelli a carico dell’apparato digerente, come il riflusso gastroesofageo o un riempimento eccessivo dello stomaco.
Di singhiozzo, infatti, soffrono spesso le persone che tendono a mangiare troppo e troppo velocemente o che ingurgitano tanta aria durante i pasti.
Durante il singhiozzo la contrazione ripetuta del diaframma provoca una chiusura repentina della glottide, che produce il tipico suono acuto “hic”.
Le motivazioni dietro al singhiozzo, tuttavia, possono essere anche più serie: soprattutto dietro ad episodi di singhiozzo cronico possono celarsi patologie importanti, come problemi vascolari, cerebrali o respiratori.
Quando il singhiozzo diventa preoccupante?
Il singhiozzo è un sintomo normalissimo e molto diffuso, tuttavia può diventare allarmante se non si risolve spontaneamente entro, al massimo, un paio di giorni consecutivi.
Un singhiozzo persistente dovrebbe far preoccupare: avvertite subito il medico per escludere patologie critiche con una radiografia toracica, un’ecografia addominale o una gastroscopia.
Come si elimina il singhiozzo?
Esistono tanti rimedi, spesso di originale popolare, per dire addio al singhiozzo. Acqua e zucchero, limone o aceto, piccoli sorsetti d’acqua sono soluzioni senza alcun fondamento scientifico.
Tra i rimedi professionali, invece, uno dei più conosciuti è la manovra di Valsalva che consiglia di deglutire tenendo stretto il naso con indice e pollice. Il motivo di questo gesto? Creare una differenza di pressione interna per ripristinare l’anomalia della contrazione diaframmatica.
In caso di singhiozzo insistente è possibile ricorrere a farmaci che agiscono sul sistema nervoso muscolare, rilassandolo. In questi casi, però, avvertite sempre il medico e seguite il consiglio del farmacista.